25.04.2024

Allarme Hiv, al via una nuova campagna per i più giovani

A distanza di quasi trent’anni dalla motivata psicosi legata al contagio del virus Hiv e di una serie di spot televisivi talmente martellanti da diventare iconici, è difficile stabilire se il ritorno in auge di una patologia che avrebbe in linea teorica potuto essere debellata (quantomeno in Europa), sia da attribuirsi ad un calo di attenzione da parte delle autorità mediche o alla volontà da parte dei giovanissimi di tapparsi le orecchie di fronte ai moniti lanciati.

Se, per chi è cresciuto nel corso degli anni’80, risulta difficile concepire l’esistenza di una generazione in gran parte all’oscuro circa i rischi legati con l’Aids e totalmente a digiuno delle informazioni di base, pare che il versante relativo alle infezioni sessualmente trasmissibili interessi davvero gran poco ai millennials, fino al punto di assistere al ritorno in pompa magna di quel pernicioso virus Hiv che credevamo di aver debellato a colpi di spot e campagne ministeriali.

Secondo recentissime stime diffuse dallo stesso Ministro della Salute, nel nostro Paese si registrano circa 3500 nuovi casi di Aids ogni anno (con una media di dieci diagnosi al giorno) e, manco a dirlo, i più colpiti sono proprio quei giovani e giovanissimi che abbinano la consueta presunzione di invulnerabilità, connessa con l’età, ad un vuoto informativo realmente spaventoso.

Dato che spingere un adolescente in direzione di una presa di coscienza utile ad evitare rischi inutili può configurarsi alla stregua di un’impresa disperata, il Ministro Lorenzin e il presidente dell’Iss Ricciardi hanno pensato che fossero (finalmente) maturi i tempi per riprendere in mano le polverose campagne informative, per aggiornarle e per instillare quantomeno un po’ di nozioni e informazioni nelle menti di tutti quei giovani che ritengono l’Aids alla stregua di una minaccia passata o sopita.

Le maggiori autorità del Paese hanno infatti preparato una campagna “social” rivolta alla lotta contro Aids, gonorrea e sifilide, nella speranza che un martellamento mediatico continuo riesca a sortire effetti simili a quelli prodotti dagli spot nel corso degli anni ‘80 e che la prossima generazione, finalmente libera da infezioni e malattie veneree, guardi le suddette campagne come se fossero icone di una guerra finalmente vinta dopo tanti sforzi.

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