19.04.2024

Pompa di benzina con siringa infetta, la solita (pericolosa) bufala virale

Tutto questo sarebbe davvero fantastico se coloro che si trovano intenti ad improvvisarsi reporter sul Web non avessero deciso di investire la Rete con tonnellate di spazzatura mediatica e con una serie di bufale che, a furia di rimbalzare da un capo all’altro dello spazio virtuale, rischiano persino di diventare reali in base a quel malsano principio di emulazione che colpisce le menti più labili e malate.

Il maggior pregio legato all’ideazione di internet riguarda la possibilità di snellire e velocizzare il processo di diffusione delle notizie, un tempo vincolate ad agenzie di stampa e telegiornali, e di aggiornare così gli utenti che si trovano dall’altro lato del mondo circa le ultime novità fatte registrare in Australia, in Uganda, o in Alaska, senza il bisogno di dover attendere l’orario canonico dell’uscita dei giornali o della messa in onda dei tg.

Se il solo fatto di parlare ossessivamente del fantomatico fenomeno definito come Blue Whale ha fatto suonare un campanello nella mente di un sacco di idioti, pronti a prendere spunto dalle inverosimili cronache globali per realizzare davvero il subdolo gioco, l’ultima bufala allarmistica riguarda la presenza di siringhe infette all’interno di pompe di benzina, volta a contagiare gli avventori attraverso il semplice contatto con il dispositivo di erogazione.

Ovviamente falsa ed artefatta, la notizia ha infatti gettato nel panico milioni di automobilisti, pronti a guardare cosa si cela sotto la pompa di benzina vicino casa, con lo stesso timore con cui un bambino di cinque anni controlla il suo letto prima di coricarvi nella paura di potervi trovare il mostro o la strega appena visto in tv.

Partorita dalla mente di qualche burlone di Medina, negli Stati Uniti, la bufala non rischia tuttavia solo di togliere il sonno a quella porzione di mondo pronta a credere ad ogni scempiaggine letta sul Web, ma di offrire nuove idee e nuovi spunti di riflessione a qualche mente malata, magari volenterosa di trasmettere il proprio virus al maggior numero di persone possibile e di rendere reale una semplice boutade, priva di gusto alcuno, rimbalzata in poche ore da un capo all’altro del mondo.

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