25.04.2024

Tempo di vacanze, attenzione alle meduse

Da quando nasciamo a quando moriamo, siamo costretti a convivere con l’idea che il pianeta Terra sia stato creato per fungere da parco giochi del genere umano e che il mondo intero non sia altro che lo scenario teatrale all’interno del quale si svolgono le nostre gesta, un po’ come se la Natura fosse una sorta di contorno alle nostre vicende etiche e ontologiche e come se flora e fauna dovessero necessariamente piegarsi alle nostre esigenze individuali e collettive.

Purtroppo, la dottrina relativa all’antropocentrismo del cosmo non è mai stata inculcata a dovere nella mente delle meduse, animali poco avvezzi a frequentare aule di catechismo e ancor meno avvezzi a vedere l’essere umano calarsi nel loro habitat naturale senza preavviso, con conseguente novero di bagnanti che ogni estate scoprono sulla loro pelle le insidie di Madre Natura cadendo nel panico assoluto.

Dato che l’epopea annuale delle spiagge e della gambe scoperte ha già preso il via, il quotidiano online il Messaggero ha voluto fornire una sorta di prontuario a tutti coloro che si calano senza troppe accortezze in acqua e a tutti coloro che, una volta punti da una medusa, cadono vittime di arcani timori e di ataviche superstizioni incentrate sull’urina e su altri rimedi molto poco ortodossi ed efficaci.

In caso di contatto accidentale con una medusa, la prima cosa da fare è, appunto, evitare il panico ingiustificato, uscire in tempi rapidi dall’acqua ed accertarsi che non siano rimaste parti dell’animale attaccate alla pelle.

Una volta recuperata la calma e sospese le urla di dolore, è buona norma cercare di diluire il veleno rimasto sull’epidermide con acqua marina ed applicare sulla pelle asciutta uno degli unici due rimedi davvero efficaci; vale a dire un gel astringente al cloruro di alluminio, oppure una crema contenente cortisone (l’urina umana continua a non essere contemplata).

Nella stragrande maggioranza dei casi, l’irritazione e il fastidio tendono comunque a scomparire in un lasso di tempo più che accettabile e le uniche fonti di preoccupazione dovrebbero insorgere solo qualora compaia un quadro sintomatologico comprensivo di difficoltà respiratorie e confusione.

L’invito è dunque quello ad evitare di intasare i pronto soccorso in assenza di reali motivazioni e a cercare di prendere con filosofia la puntura di quegli strani animali marittimi che paiono decisamente restii all’idea che il mondo possa essere concepito come un sontuoso scenario alla nostre parabole umane.

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