Dato che, per nostra sfortuna, ci è toccato in dote di vivere in un mondo molto più reale di quanto non vorremmo, la dolorosa ed invasiva chemioterapia rappresenta l’unica arma in grado di sconfiggere i tumori, dal momento che le cellule tumorali rappresentano una forma di vita talmente evoluta e astuta da farsi quattro risate davanti a vitamine, spremute di limone o psicoterapia.
In un mondo ideale, probabilmente la chemioterapia non esisterebbe nemmeno e tutte le eventuali alterazioni genetiche del nostro organismo risulterebbero agevolmente curabili a partire da un surplus vitaminico, da un cambio di regime alimentare, dalla ricerca di cause psicosomatiche alla base del Male e da una serie di accorgimenti volti, non solo ad eliminare il cancro, ma anche a migliorare la nostra salute in un’ottica generale e duratura.
Se le numerose favolette che circolano sul Web riguardo alle cure alternative per il cancro provengono generalmente da avidi sfruttatori in totale malafede, la cosa si complica quando è un medico ad enunciare le suddette favolette, dato che, per sua stessa natura, ogni medico ha il doveroso obbligo di dire la verità ai suoi pazienti, per quanto dolorosa essa possa essere.
Proprio per essere venuto meno ai suoi obblighi professionali e umani, un medico di Padova è stato radiato dall’albo, dopo che aveva sconsigliato ad un paziente affetto da linfoma di Hodgkin le pratiche chemioterapiche vigenti e che aveva prescritto una semplice “cura” a base di integratori e vitamina c.
Dopo l’inevitabile decesso del paziente non curato a dovere e dopo una sentenza che condannava il medico per omicidio colposo, dato che il malato avrebbe potuto tranquillamente salvarsi con le cure del caso, si è dunque compiuto il passo finale, volto a rendere il mondo più simile ad un luogo ideale, in cui i professionisti agiscono sulla base delle evidenze e non delle loro assurde convinzioni personali.